domenica 22 maggio 2011

Il baule del mistero...

Quando mi sono trasferita qui nell’Oltrepo pavese non sapevo a cosa sarei andata incontro, ma a parte le nebbie intense dell'inverno, il benvenuto me lo da la neve, 70 cm di neve il primo giorno, bel record, vero?
Comunque, tornando a noi, durante una di quelle giornate in cui anche l’aria è bianca, quando il cielo e la terra sembrano tutt’uno, i suoni sono attutiti dalla neve e tutto sembra immobile.
Mi ritrovo a combattere la mia battaglia personale con gli scatoloni del trasloco, e nel mio cervello c’è tanto di quel baccano da far impallidire Napoli nelle ore di punta!



Mi metto ad aprire i vari pacchi ancora chiusi e mi rendo conto che ho una storia e anche bella lunga, come avrò fatto ad accumulare così tanta roba!
Tra le cose del trasloco che erano rimaste ammucchiate nella dependance c’era un vecchio baule che prendemmo dalla cantina delle madre di Max e che ancora non era stato aperto.
Poco prima di trasferirci la madre di Massimo aveva deciso di sbarazzarsi definitivamente della sua ultima “zavorra”, una vecchia cantina al quartiere Trieste di Roma che da 30 e passa anni era stata il "dimenticatoio" della famiglia e che occorreva svuotare.
In ogni caso per non stare a farla lunga la madre decide di svuotarla e noi ci prendiamo su un bel baule di legno con l’intenzione di rimetterlo a posto. Non so esattamente cosa ci sia dentro e non abbiamo abbastanza  tempo per aprirlo, dobbiamo partire…
La madre di Max è una saggia donna e sa che i ricordi è più bello conservarli nel cuore che negli oggetti.
Ah, eravamo rimasti al baule, già il baule…
Di quelli vecchi di legno con il coperchio un po’ abbombato, riverniciato chissà quante volte e con la serratura che praticamente non esiste più, fortuna che le cerniere reggono.
E’ lì davanti a me e decido che è arrivata l’ora di aprirlo.
Sembra un segno del destino, dentro è pieno di stoffe, tutte bianche, sembrano lenzuola di lino pesante e cotone. E' il corredo lasciato lì dalla vecchia tata di Massimo, la quale non si è mai sposata, scopro poi che alcune di queste stoffe sono tessute a mano! Incredibile!


E' esattamente quello di cui ho bisogno per fare i miei batik!


Bene, quindi devo solo togliermi dai piedi quella marea di scatole e poi potrò realizzare il mio Imbrattatoio!
Il primo passo è fatto, ho stoffe a sufficienza per comicniare i miei batik, grazie Tata Maria!

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